Las sociedades cazadoras y recolectoras. Nueva sala permanente
2025
Tríptico
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La sala delle società di cacciatori e raccoglitori
del Museo della Preistoria della Diputación
di Valencia
Il Museo della Preistoria della Diputación de Valencia ci offre,
nella sala dedicata alle società di cacciatori e raccoglitori,
testimonianze materiali dei primi popoli che abitarono le terre
valenciane. La presentazione di queste testimonianze è frutto
dell’intenso lavoro svolto dal servizio di Ricerca Preistorica e dal
suo Museo dalla sua creazione, nel 1927 e che comprende le
campagne di scavi archeologici, le ricerche interdisciplinari e
le attività di conservazione e divulgazione. Tutto ciò si traduce
nelle collezioni del Museo, di grande valore scientifico e patrimoniale, come i resti antropologici, gli utensili di pietra o di
ossa, le creazioni artistiche, la flora e la fauna, che ci parlano
direttamente e indirettamente di quelle società e del loro mondo.
La ricerca sulla Preistoria valenciana è cambiata notevolmente
negli ultimi decenni, divenendo necessario il rinnovamento
del discorso espositivo con un aggiornamento al giorno delle
scoperte archeologiche, a partire dalle nuove correnti di ricerca.
La sala delle società di cacciatori e raccoglitori è uno spazio
dove si promuovono la riflessione, l’educazione e le attività
ricreative culturali di qualità. Uno spazio di incontro e dialogo
tra il visitatore e l’oggetto, con una museografia comunicativa
che include materiali audiovisivi, moduli manipolativi e illustrazioni scientifiche.
La sala delle società di cacciatori-raccoglitori si apre con uno
spazio dedicato agli inizi dell’Archeologia valenciana, quando
l’impulso da parte del SIP e del suo Museo fu la chiave nella
costruzione della conoscenza della preistoria locale, oltre che
del Mediterraneo peninsulare.
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4
1. Diario personale di L. Pericot, 1928 (La Bastida
de les Alcusses)
2. Difesa di elefante (Cova Negra)
3. Bifaz (Cova del Bolomor)
4. Parietal (Cova del Bolomor)
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Il settore dedicato all’ Origine dell’umanità ci porta allo sviluppo del processo di ominazione in Africa, 7 milioni di anni fa.
Lì hanno luogo i fatti più rilevanti nell’evoluzione degli ominidi:
trasformazioni fisiche, sviluppo delle capacità tecnologiche,
cambiamenti sociali ecc., che ci invitano a porci delle domande su “cos’è che ci rende umani” oppure “da dove veniamo” e
“qual è l’eredità dell’Homo sapiens”.
Il terzo settore ci introduce nel Paleolitico nelle terre valenciane, dove qui riunisce testimonianze da 350.000 anni, fino alla
fine del pleistocene circa 12.000 anni fa rispetto al presente.
5
Il discorso si articola seguendo due cardini espositivi. Da una
parte, il discorso diacronico dei paesaggi mutevoli, con la ricostruzione dei distinti ecosistemi che si susseguono. Questo
comprende l’esposizione di una parte dell’importante collezione
paleontologica e dell’insieme dei fossili umani, tra i quali tocca
evidenziare i resti assegnati agli uomini di Neanderthal della
Cova del Bolomor de Tavernes de la Valldigna, la Cova Negra
di Xátiva e la Cova Foradada di Oliva.
L’altro cardine si sviluppa grazie agli importanti giacimenti
paleolitici valenciani, origine delle collezioni e oggetto privilegiato dell’indagine scientifica: Cova del Bolomor de Tavernes
de la Valldigna, Cova Negra di Xátiva, Abrigo de la Quebrada de
Chelva, Cueva de les Malladetes de Barx, Cova del Parpalló de
Gandia e Cova del Volcán del Faro de Cullera. Si trattano aspetti
trasversali riferiti al comportamento dei gruppi umani, come
la socializzazione e la dimensione dei gruppi, le questioni di
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5. Collana (Cova del Parpalló)
6. Ago (Cova del Parpalló)
7. Punta di peduncolo e pinne (Cova de les
Malladetes)
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genere o la trasmissione della conoscenza, così come quegli
aspetti dei loro modi di vivere in relazione all’appropriazione
del territorio, l’uso e controllo del fuoco, l’habitat, la tecnologia,
la caccia e la raccolta, le credenze e le espressioni artistiche.
L’esposizione dedica uno spazio centrale come collegamento
e luogo di riflessione tra il mondo neandertaliano e il mondo
sapiens, nel quale si vuole interagire con il visitatore e renderlo
partecipe dei dibattiti e delle questioni che la ricerca scientifica affronta al giorno d’oggi. Perché scomparvero gli uomini
di Neanderthal? Siamo così diversi?
La visita termina con la contemplazione di quelle realizzazioni
artistiche che ci riportano davanti alla grande complessità del
mondo simbolico di queste società di cacciatori e raccoglitori
del Paleolitico superiore. Le espressioni artistiche testimoniano
la pluralità di credenze, come anche gli ornamenti del corpo.
L’esempio più importante di tutto ciò sono le placchette dipinte
e incise de la Cova del Parpalló de Gandia, uno dei principali
complessi di mobilio d’arte preistorico d’Europa.
Il museo della Preistoria di Valencia ci invita a visitare e a gustare l’avventura dell’Umanità, a fermarci nella contemplazione
dei suoi paesaggi archeologici, a valorizzare la profondità del
tempo, e a sentire la vicinanza di quell’umanità antica.
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9
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8. Cranio sapiens (Cova del Parpalló)
9. Placchetta con incisone di cerva (Cova del
Parpalló)
10. Bastone forato (Cova del Volcán del Faro)
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MUSEU DE PREHISTÒRIA DE VALÈNCIA
c/ Corona, 36 – 46003 València
Info: (0034) 963 883 565 – Visite su prenotazione: (0034) 963 883 579
Da martedì a domenica: 10:00 – 20:00 h
Ingresso gratuito fine settimana e festivi
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La sala delle società di cacciatori e raccoglitori
del Museo della Preistoria della Diputación
di Valencia
Il Museo della Preistoria della Diputación de Valencia ci offre,
nella sala dedicata alle società di cacciatori e raccoglitori,
testimonianze materiali dei primi popoli che abitarono le terre
valenciane. La presentazione di queste testimonianze è frutto
dell’intenso lavoro svolto dal servizio di Ricerca Preistorica e dal
suo Museo dalla sua creazione, nel 1927 e che comprende le
campagne di scavi archeologici, le ricerche interdisciplinari e
le attività di conservazione e divulgazione. Tutto ciò si traduce
nelle collezioni del Museo, di grande valore scientifico e patrimoniale, come i resti antropologici, gli utensili di pietra o di
ossa, le creazioni artistiche, la flora e la fauna, che ci parlano
direttamente e indirettamente di quelle società e del loro mondo.
La ricerca sulla Preistoria valenciana è cambiata notevolmente
negli ultimi decenni, divenendo necessario il rinnovamento
del discorso espositivo con un aggiornamento al giorno delle
scoperte archeologiche, a partire dalle nuove correnti di ricerca.
La sala delle società di cacciatori e raccoglitori è uno spazio
dove si promuovono la riflessione, l’educazione e le attività
ricreative culturali di qualità. Uno spazio di incontro e dialogo
tra il visitatore e l’oggetto, con una museografia comunicativa
che include materiali audiovisivi, moduli manipolativi e illustrazioni scientifiche.
La sala delle società di cacciatori-raccoglitori si apre con uno
spazio dedicato agli inizi dell’Archeologia valenciana, quando
l’impulso da parte del SIP e del suo Museo fu la chiave nella
costruzione della conoscenza della preistoria locale, oltre che
del Mediterraneo peninsulare.
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1. Diario personale di L. Pericot, 1928 (La Bastida
de les Alcusses)
2. Difesa di elefante (Cova Negra)
3. Bifaz (Cova del Bolomor)
4. Parietal (Cova del Bolomor)
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Il settore dedicato all’ Origine dell’umanità ci porta allo sviluppo del processo di ominazione in Africa, 7 milioni di anni fa.
Lì hanno luogo i fatti più rilevanti nell’evoluzione degli ominidi:
trasformazioni fisiche, sviluppo delle capacità tecnologiche,
cambiamenti sociali ecc., che ci invitano a porci delle domande su “cos’è che ci rende umani” oppure “da dove veniamo” e
“qual è l’eredità dell’Homo sapiens”.
Il terzo settore ci introduce nel Paleolitico nelle terre valenciane, dove qui riunisce testimonianze da 350.000 anni, fino alla
fine del pleistocene circa 12.000 anni fa rispetto al presente.
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Il discorso si articola seguendo due cardini espositivi. Da una
parte, il discorso diacronico dei paesaggi mutevoli, con la ricostruzione dei distinti ecosistemi che si susseguono. Questo
comprende l’esposizione di una parte dell’importante collezione
paleontologica e dell’insieme dei fossili umani, tra i quali tocca
evidenziare i resti assegnati agli uomini di Neanderthal della
Cova del Bolomor de Tavernes de la Valldigna, la Cova Negra
di Xátiva e la Cova Foradada di Oliva.
L’altro cardine si sviluppa grazie agli importanti giacimenti
paleolitici valenciani, origine delle collezioni e oggetto privilegiato dell’indagine scientifica: Cova del Bolomor de Tavernes
de la Valldigna, Cova Negra di Xátiva, Abrigo de la Quebrada de
Chelva, Cueva de les Malladetes de Barx, Cova del Parpalló de
Gandia e Cova del Volcán del Faro de Cullera. Si trattano aspetti
trasversali riferiti al comportamento dei gruppi umani, come
la socializzazione e la dimensione dei gruppi, le questioni di
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6. Ago (Cova del Parpalló)
7. Punta di peduncolo e pinne (Cova de les
Malladetes)
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genere o la trasmissione della conoscenza, così come quegli
aspetti dei loro modi di vivere in relazione all’appropriazione
del territorio, l’uso e controllo del fuoco, l’habitat, la tecnologia,
la caccia e la raccolta, le credenze e le espressioni artistiche.
L’esposizione dedica uno spazio centrale come collegamento
e luogo di riflessione tra il mondo neandertaliano e il mondo
sapiens, nel quale si vuole interagire con il visitatore e renderlo
partecipe dei dibattiti e delle questioni che la ricerca scientifica affronta al giorno d’oggi. Perché scomparvero gli uomini
di Neanderthal? Siamo così diversi?
La visita termina con la contemplazione di quelle realizzazioni
artistiche che ci riportano davanti alla grande complessità del
mondo simbolico di queste società di cacciatori e raccoglitori
del Paleolitico superiore. Le espressioni artistiche testimoniano
la pluralità di credenze, come anche gli ornamenti del corpo.
L’esempio più importante di tutto ciò sono le placchette dipinte
e incise de la Cova del Parpalló de Gandia, uno dei principali
complessi di mobilio d’arte preistorico d’Europa.
Il museo della Preistoria di Valencia ci invita a visitare e a gustare l’avventura dell’Umanità, a fermarci nella contemplazione
dei suoi paesaggi archeologici, a valorizzare la profondità del
tempo, e a sentire la vicinanza di quell’umanità antica.
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8. Cranio sapiens (Cova del Parpalló)
9. Placchetta con incisone di cerva (Cova del
Parpalló)
10. Bastone forato (Cova del Volcán del Faro)
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MUSEU DE PREHISTÒRIA DE VALÈNCIA
c/ Corona, 36 – 46003 València
Info: (0034) 963 883 565 – Visite su prenotazione: (0034) 963 883 579
Da martedì a domenica: 10:00 – 20:00 h
Ingresso gratuito fine settimana e festivi
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